Orlando Bodlero è un testo che individua le proprie coordinate tra il Furioso e Baudelaire, passando per il Chisciotte e Carmelo Bene cui lo spettacolo è dedicato.
Regia collettiva, dell'attore e dell'attrice (che nella versione ridotta per il Fringe compare solo in voce, su nastro registrato) e dell'autore del testo, Orlando Bodlero è un crocevia di attraversamenti squisitamente teatrali a comincare dalla lingua, ricercatisima e colta, senza però diventare mai intellettuale o meno immediata, dove gli aggettivi si accordano a sostantivi declinati altrimenti (chisciottesca nascitura) alla ricerca di un testo che si fa poesia (i delfini che si godono l'apnea quando saltano fuor d'acqua).
La messincena povera fa dell'attrezzo di scena una dichiarazione di estetica (l'ippogrifo ricavato da una vecchia botte) con un gusto per la clownerie del teatro fisico (la cornice con la quale il personaggio interagisce) sempre pertinente alla drammaturgia e mai fine a se stessa, in un equilibrio costante tra i continui picchi in cui testo e performance paiono spezzarsi senza ma farlo davvero.
A reggere il ritmo e incarnare un personaggio crepuscolare e nostalgico, un'anima poeta che non si rassegna alla morte, né all'assenza di uno sguardo che lo ami e lo desideri (come non pensare allo sguardo del pubblico che guarda a chi recita sul palco ?) e cerca di uscire dal fondo del pozzo senza stelle dove è finito, il giovanissimo - vent'anni a Giugno - Daniele Fedeli di una bravura senza fine, capace di emozionare quando mostra le proprie doti fisiche (cerca di uscire disperatamente dalla scenapozzo e viene ricacciato sul palco lanciandosi dalla quinta come fosse davver spinto da qualcuno o qualcosa).
Un attore dalla dizione impeccabile con la quale restuisce quella certa intezione appena straniata dell'attore secondo Bene - cui Fedeli non fa mai il verso, ma, anzi performa e in-canta - quando, dando libero spazio alle sue doti di performer, suona la chitarra elettrica e declama versi amplificati dal microfono, o, ancora, quando, la chitarra sulle tavole del palco, danza intorno allo strumento facendolo risuonare.
Orlando Bodlero è un seducente e irresistibile richiamo affabulatorio, cui il pubblico è catturato, cullato da un testo altalenante, eteroclito e dai tanti finali, la cui coerenza e il cuore drammaturgico risiedono nel suo giovane, bravo e bell'interprete.
La Compagnia degli Innamorati Erranti
Orlando Bodlero
di Mario Fedeli
Regia di Mario Fedeli, Manuela Mosè, Daniele Fedeli
Con Daniele Fedeli, Manuela Mosè
ROMA FRINGE FESTIVAL 2014 - Orlando Bodlero